IN PRIMO PIANO >> (30 aprile 2015) - Alla fine ha vinto Manchester e il quartier generale del telescopio SKA non sarà ospitato nel castello carrarese.
La delusione del mondo scientifico è comprensibile e anche quella di chi vedeva nell’operazione possibili ricadute economiche. Ma per il futuro del castello in quanto grande patrimonio pubblico da restituire alla città, è una buona notizia.
Per ora solo buona e non “ottima”, perché il futuro del castello è ancora molto incerto, perché in proposito le intenzioni dell’Amministrazione comunale non sono ancora chiare, perché fatica ancora a farsi strada la consapevolezza della sua importanza e delle sue potenzialità e quindi un’idea forte di come farne un polo di attrazione. A sua volta con potenziali consistenti ricadute economiche.Se Padova davvero vuole puntare con convinzione sul turismo culturale per il suo futuro, anche economico, - e ha tutti i numeri per farlo - non può sottovalutare il ruolo centrale che il castello potrà e dovrà svolgere: come monumento di enorme rilevanza storica e artistica in sé e al tempo stesso come contenitore in grado di ospitare quelle attività che non hanno finora trovato spazio altrove, dall’arte contemporanea alle grandi mostre, finora ospitate in spazi angusti oppure inadatti.
La scelta di valorizzare finalmente le mura da parte dell’amministrazione è senz’altro un segnale nella giusta direzione, ma il castello non è certo meno importante, anzi. Confidiamo che se ne torni presto a parlare. Nel frattempo in due conferenze del ciclo Urbs Ipsa Moenia dedicato a Castelli e mura che si inaugurerà l’8 maggio, del castello sveleranno aspetti ancora inediti, frutto delle ricerche di questi ultimi tre-quattro anni. È il nostro contributo alla causa del recupero di un monumento ancora troppo sottovalutato e in buona misura sconosciuto.
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