(8 giugno 2020) - Il Liceo Pietro Selvatico è un patrimonio inestimabile della città e deve ritornare nella sua sede storica presso l'ex Macello jappeliano di Largo Meneghetti.
Vogliamo partire da questa affermazione per sgombrare eventuali dubbi relativi a quanto esprimeremo qui sotto.
Il suo restauro si deve però integrare e contaminare (nel senso positivo del termine) con un altro grande progetto che la città sta portando avanti, investendo notevoli risorse economiche ed umane: il Parco delle Mura e delle Acque.
Per fare questo è necessaria una visione d'insieme di quel luogo della città che ne consideri la stratificazione storica e le molteplici istanze e caratteristiche per una corretta valorizzazione.
Proprio in questi giorni stanno partendo i lavori di restauro di bastion piccolo, sia esternamente che internamente, che si affaccia sulla golena immediatamente a lato delle strutture del liceo.
E' evidente che una corretta operazione di recupero di quell'ambito non potrà più consentire l'uso dello spazio golenale come parcheggio all'ombra delle mura cinquecentesche come purtroppo avviene oggi.
Riguardo al discusso prefabbricato posato sempre sulla golena a pochi metri dalla cortina rinascimentale crediamo che non vi sia nessuno che possa esprimere un gradimento estetico per quella struttura prefabbricata nata negli anni '60, né vista dalla passeggiata pedonale di via Loredan né tantomeno dal percorso fluviale del Piovego sempre più, fortunatamente, frequentato per la voga alla veneta e la valorizzazione turistica della città d'acqua.
Siamo ben consapevoli che le necessità della scuola impongono che quel volume (nato su "palafitte" e chiuso comunque in maniera non autorizzata al piano terra) non vada perduto però proprio per quanto detto sopra lanciamo, a tutti gli attori di questa situazione, una sfida a riprogettare quel volume in una collocazione e forma che lo rendano compatibile con la valorizzazione del sistema bastionato. Una progettazione "alta", di qualità, che generi bellezza per la città al pari di quella che gli studenti apprendono frequentando quel prestigioso istituto. Una realizzazione che non consideri quale solo metodo di indirizzo i metri cubi, ma che sappia correggere gli errori del passato integrando e accogliendo le stratificazioni dell'evoluzione urbana. Un ridisegno che si arricchisca di significato grazie alle sensibilità sviluppate verso il patrimonio della cinta fortificata cinquecentesca.
Il nostro è un appello affinché questa città superi una visione fatta di interventi "pezzo per pezzo" ed introflessi che non consentono il rispetto del tessuto urbano storico.
Siamo certi che ne guadagnerebbe la città tutta e che nessuna delle istituzioni coinvolte in questo processo di recupero vorrà perdere quest'occasione, impegnandosi nell'ascolto e nella ricerca dei modi per migliorare questo progetto.
Comitato Mura di Padova