Restauri in corso
Il baluardo Moro I dopo il restauro
Con la pulizia del paramento esterno dei due lati minori, quelli che si agganciano alla cinta muraria, si sono conclusi durante l'estate i lavori di restauro del baluardo Moro I, a cura del settore Edilizia Pubblica, sotto la direzione dell'architetto Domenico Lo Bosco.
I lavori hanno comportato il ripristino del tratto crollato nel 2002, la pulizia del paramento esterno lungo tutto il perimetro del bastione e una nuova sistemazione della sommità del bastione, salvo per i tratti su sui sorgono edifici, che non sono stati toccati. I lavori sono stati preceduti da un saggio archeologico da parte della Soprintendenza ai beni architettonici nell'area sommitale dello spigolo esterno, dei quali verranno successivamente comunicate le risultanze.
Per il tratto interessato dal crollo si è scelto di non ricostruire il paramento esterno, mancante da epoca imprecisata e del quale non esiste documentazione. Si è quindi ripristinata la situazione precedente al crollo, con le opportune opere di consolidamento. Scelta tanto più opportuna in quanto durante i lavori non è stata trovata traccia delle fondazioni del sostegno mancante fra i due arconi: fatto che avvalora l'ipotesi che anche in questo caso si tratti del risultato dei minamenti messi in atto dalle truppe francesi in ripiegamento nel 1801. La stessa spiegazione potrebbe essere valida anche per l'altra lacuna presente in posizione quasi simmetrica sull'altro lato lungo.
Il tipo di copertura liscio usato per il tratto dei due arconi monchi appare ora di un bianco abbacinante e fastidioso. Anche il muretto di contenimento del tappeto erboso, aggiunto sulla sommità per ricoprire l'impermeabilizzazione, risulta troppo regolare. I corsi di mattoni (tre o più ove necessario) sono arretrati dal filo esterno del paramento originale, ma danno anche troppo l'idea che si tratti di un coronamento posticcio. Vero è che, una volta cresciuta la vegetazione e passato del tempo, risulterà tutto meno evidente, ma si poteva trovare subito una soluzione più sotto tono.. (14 ottobre 2009)
Sotto, una serie di foto dello stato attuale. Per vedere foto nel corso dei lavori e precedenti, cliccare qui.
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Torrione Codalunga (o della Gatta), pulizia del paramento esterno
5 dicembre 2009 - A lavori quasi ultimati, quella che doveva essere una semplice operazione di pulizia si è rivelata invece un lavoro più complesso, che ha comportato la risistemazione, con integrazione delle lacune, del paramento esterno del torrione (già oggetto, va detto, di ampie integrazioni in passato) e la impermeabilizzazione e ridisegno del coronamento.
A lavori completati torneremo sull'argomento per una valutazione ponderata del risultato. Per il momento segnaliamo soltanto che su nostro suggerimento, nella muratura sul versante di viale Codalunga è stata evidenziato il nicchione che originariamente doveva ospitare un leone marciano, già intuibile per la presenza di due mensole sporgenti sotto il cordone e la cui presenza è stata verificata con lo smontaggio della camicia in laterizio, poi ripristinata.
(nei prossimi giorni pubblicheremo qui di seguito nuove foto del bastione dopo il restauro).
24 settembre 2009 - Non un restauro vero e proprio, a quanto ci è stato detto, ma una lavoro di ripulitura e consolidamento del paramento esterno, che forse è anche preferibile, almeno per questo bastione che non presenta particolari problemi e il cui paramento esterno è stato ampiamente rimaneggiato nel corso degli anni.
Peccato soltanto aver scelto proprio le date a cavallo del Cinquecentenario dell'assedio del 1509, che proprio in questa zona vide svolgersi gli episodi cruciali che culminarono con il ritiro dell'esercito imperiale di Massimiliano d'Asburgo.
Anche il famoso episodio della gatta ebbe luogo qui, come ricorda la gatta in pietra incastonata nel bastione, verso viale Codalunga: anch'essa oggi nascosta dalla rete del cantiere.
E' ben vero che il torrione che oggi vediamo non è quello che sostenne l'assedio, essendo stato costruito dopo la fine delle ostilità, ma sarebbe forse stato opportuno provvedere venti giorni prima, o venti giorni dopo.
Sapete com'è, il Cinquecentenario capita una volta sola...
(cliccare sulle foto per aprirle)
Restauro aula all'aperto "Raggio di sole"
Mercoledì 24 giugno una delegazione del Comitato Mura, accompagnata dall'arch. Domenico Lo Bosco del Comune di Padova, ha visitato il cantiere di restauro dell'Aula all'aperto (conosciuta anche come padiglione Elioterapico o impropriamente anche come "pagoda", a causa della sua singolare copertura) collocata sul tratto nord del saliente del bastione Impossibile. I lavori risultano quasi completati soprattutto per il locale a piano terra dell'edificio e sono in corso per la parte superiore nella quale manca da realizzare la pavimentazione e il completamento dei parapetti metallici. Purtroppo lo stato di conservazione delle parti lignee, anche a causa dell’incendio del 2006, ha imposto la sostituzione di numerosi elementi della struttura superiore costituente l'aula all'aperto vera e propria.
Una volta completato il restauro si procederà anche alla sistemazione del percorso d'accesso alle parti dell'edificio.
Speriamo che i lavori giungano a termine in tempi ragionevoli con le opere mancanti per poter restituire alla fruibilità pubblica questo piccolo ma particolarmente significativo episodio delle strutture che incidono sul Sistema bastionato cinquecentesco.
L’edificio, a restauro ultimato, sarà concesso in uso al Comitato Mura, che - come nel caso del torrione Alicorno - si è attivamente impegnato per il suo doveroso recupero e la sua restituzione alla città. L’aula sarà utilizzata per allestirvi una mostra sulle scuole all’aperto, sui bombardamenti che colpirono Padova durante i conflitti mondiali e per altre iniziative didattiche.
Nota storica: L'edificio, costruito nel 1914, fu tra le prime realizzazioni delle scuole all'aperto volute all’inizio del secolo in particolare da Alessandro Randi, allora Direttore dell'Ufficio d'Igiene del Comune di Padova ed esponente del “Comitato di soccorso ai tubercolosi poveri”, per migliorare le condizioni di salute dei bambini deboli e predisposti alla tubercolosi. Cominciava, infatti, all'epoca a farsi strada la convinzione che un maggior tempo trascorso all'aria aperta fosse di grande giovamento per i bambini minacciati da questa patologia, estremamente diffusa in passato. Non a caso questa prima iniziativa prese il nome di "Raggio di Sole" (nel 1923 il successivo ricreatorio-scuola all'aperto sarà intitolato a Francesca Randi, figlia del fondatore) e fu seguita da altri due interventi analoghi: la scuola Camillo Aita sul bastione di Santa Croce (1910) e la scuola Enrichetta Luzzato Dina sul bastione Venier (1920), tutt'ora esistenti con le tettoie originali.
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Nelle prime due foto l'aula nel 2004, nella terza nel 2006 dopo l'incendio al piano terra e nelle ultime due quest'inverno.
11-5-2009 - Due foto scattate ieri: le strutture lignee del tetto stanno prendendo forma
24-6-2009 - Immagini del piano superiore in via di completamento
Mercoledì 24 giugno una delegazione del Comitato Mura, accompagnata dall'arch. Domenico Lo Bosco del Comune di Padova, ha visitato il cantiere di restauro dell'Aula all'aperto (conosciuta anche come padiglione Elioterapico o impropriamente anche come "pagoda", a causa della sua singolare copertura) collocata sul tratto nord del saliente del bastione Impossibile. I lavori risultano quasi completati soprattutto per il locale a piano terra dell'edificio e sono in corso per la parte superiore nella quale manca da realizzare la pavimentazione e il completamento dei parapetti metallici. Purtroppo lo stato di conservazione delle parti lignee, anche a causa dell'incendio del 2006, ha imposto la sostituzione di numerosi elementi della struttura superiore costituente l'aula all'aperto vera e propria.
Una volta completato il restauro si procederà anche alla sistemazione del percorso d'accesso alle parti dell'edificio.
Speriamo che i lavori giungano a termine in tempi ragionevoli con le opere mancanti per poter restituire alla fruibilità pubblica questo piccolo ma particolarmente significativo episodio delle strutture che incidono sul Sistema bastionato cinquecentesco.
L'edificio, a restauro ultimato, sarà concesso in uso al Comitato Mura, che - come nel caso del torrione Alicorno - si è attivamente impegnato per il suo doveroso recupero e la sua restituzione alla città. L'aula sarà utilizzata per allestirvi una mostra sulle scuole all'aperto, sui bombardamenti che colpirono Padova durante i conflitti mondiali e per altre iniziative didattiche.
Nota storica: L'edificio, costruito nel 1914, fu tra le prime realizzazioni delle scuole all'aperto volute all'inizio del secolo in particolare da Alessandro Randi, allora Direttore dell'Ufficio d'Igiene del Comune di Padova ed esponente del "Comitato di soccorso ai tubercolosi poveri", per migliorare le condizioni di salute dei bambini deboli e predisposti alla tubercolosi. Cominciava, infatti, all'epoca a farsi strada la convinzione che un maggior tempo trascorso all'aria aperta fosse di grande giovamento per i bambini minacciati da questa patologia, estremamente diffusa in passato. Non a caso questa prima iniziativa prese il nome di "Raggio di Sole" (nel 1923 il successivo ricreatorio-scuola all'aperto sarà intitolato a Francesca Randi, figlia del fondatore) e fu seguita da altri due interventi analoghi: la scuola Camillo Aita sul bastione di Santa Croce (1910) e la scuola Enrichetta Luzzato Dina sul bastione Venier (1920), tutt'ora esistenti con le tettoie originali.
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Nelle prime due foto l'aula nel 2004, nella terza nel 2006 dopo l'incendio al piano terra e nelle ultime due quest'inverno.
10-5-2009 - Le strutture lignee del tetto stanno prendendo forma
24-6-2009 - Particolari delle strutture lignee al piano superiore
Nelle prime due foto l'aula nel 2004, nella terza nel 2006 dopo l'incendio al piano terra e nelle ultime due quest'inverno.
11-5-2009 - Due foto scattate ieri: le strutture lignee del tetto stanno prendendo forma
Aula all'aperto di via Raggio di Sole
E' in corso il restauro dell'aula all'aperto della ex scuola Francesca Randi, costruita a ridosso delle mura all'interno del saliente nord-est del bastione Impossibile, in via Raggio di Sole.
Mentre il restauro delle parti in muratura (piano terra) è ormai quasi completato e mancano soltanto i serramenti, che si sono dovuti in buona parte rifare dopo l'incendio del 2007, è in corso la ricostruzione delle strutture in legno dell'aula all'aperto propriamente detta (primo piano) e della caratteristica copertura, comunemente, anche se impropriamente detta "a pagoda". Purtroppo il deterioramento subito nei lunghi anni di abbandono ha reso impossibile il riuso delle parti originali, che si sono però conservate almeno quel tanto da poter essere riprodotte fedelmente, pur se questo ha evidentemente comportato un notevole ritardo nel completamento dei lavori. (aggiornato al 3 maggio 2009)
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Nelle prime due foto l'aula nel 2004, nella terza nel 2006 dopo l'incendio al piano terra e nelle ultime due quest'inverno.
11-5-2009 - Due foto scattate ieri: le strutture lignee del tetto stanno prendendo forma