Mura di Padova Guida al sistema bastionato rinascimentale CONTENUTI EXTRA |
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Descrizione e guida - Settore G
La porta di Ognisanti o del Portello
(Guida p. 138-145)
(cliccare sulle immagini per aprirle)
Sotto all'orologio, nella cornice che corona il timpano, si legge:
MENSIS IANVARII MDXXXV
Mese di gennaio 1535
I cartigli sopra i fornici laterali e la scritta nel cornicione sopra l'arco
centrale compongono un'unica iscrizione, con due appendici nei
dadi che fanno da base alle coppie di colonne laterali:
nella base sinistra:
ANNO ANTE
CHRISTI
ADVENTVM
MCXVIII
l'anno prima
dell'avvento
di Cristo
1118
nel cartiglio sinistro:
HANC ANTIQVISS(IMAM) VRBEM
LITERARVM OMNIVM ASYLVM
CVIVS AGRVM FERTILITATIS
SVMEN NATVRA ESSE VOLVIT
ANTENOR CONDIDIT
SENATVS AVTEM VENETVS
HIS BELLI PROPVGNACVLIS
ORNAVIT
Questa antichissima città
rifugio di tutte le scienze,
la cui campagna
la natura volle rappresentasse
la pinguedine della fertilità,
Antenore fondò,
mentre il Senato veneto
con queste difese militari
ornò
sopra l'arco:
MARCOANTONIO LAVREDANO
PRAEFECTO
sotto Marcantonio Loredan,
capitano,
nel cartiglio destro:
LEONARDO LAVREDANO DVCE
VENETORVM INVICTISSIMO
CVIVS PRINCIPATVS VARIAS
FORTVNAE VICES FORTITER
EXCIPIENS QVAM GLORIOSE
SVPERAVIT
AN XVIII
Leonardo Loredan, doge
invitto dei Veneti,
il cui principato, l’alterno
volgere delle sorti
affrontando con coraggio,
assai gloriosamente
superò
l’anno diciottesimo
nella base destra:
ANNO CHRISTI
NATALIS
MDCXVIII
l'anno
della nascita di Cristo
1518
(Trascrizioni e traduzioni a cura di Franco Benucci)
I restauri dell'interno, appena terminati (2014) hanno ridato leggibilità ai
resti di decorazione affrescata. Spicca sopra il portone lato città
una Madonna circondata da angeli-putti
Pianta del piano terra della porta e dei locali sotterranei scoperti
di recente, nel corso dei restauri su sollecitazione del Comitato
Mura e del Gruppo Speleologico Padovano CAI (cui si deve il
rilievo, disegnato da Adriano Menin)
per saperne di più
vai alla presentazione del progetto Padova Sotterranea: le mura
Il ponte
Iscrizione nella stele sul parapetto ovest del ponte settecentesco:
EX AVCTORITATE SENATVS
CATHARINVS CORNELIVS
PRAEFECTVS ET PROPRAETOR
VRBIS ORNAMENTO
ATQVE COMMEANTIVM
SECVRITATI PROSPICIENS
PONTEM HVNC OLIM SVBLICIVM
E LATERIBVS INTRA PAVCOS DIES
REFICIENDVM CVRAVIT
ANNO MDCCLXXXIIII
Con l'autorità conferitagli dal Senato
Caterino Cornaro
capitano e vicepodestà,
pensando al decoro della città
e alla securezza
di chi la frequenta
questo ponte un tempo ligneo
ebbe cura che in pochi giorni
fosse rifatto in laterizi
nell'anno 1784
(trascrizione e traduzione dell'scrizione sono di Franco Benucci)
per saperne di più:
vai alla pagina del sito dedicata alla porta
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Descrizione e guida - Settore A
La Colonna Massimiliana
(Guida p. 47)
(cliccare sulle immagini per aprirle)
La colonna ai primi del Novecento, al centro di viale Codalunga
Iscrizione sull'attuale faccia orientale del basamento della colonna
(dal lato opposto rispetto a quella del 1858 riportata nella guida)
MONVMENTVM
LIBERATAE VRBIS AB OBSIDIONE
MAXIMILIANI AUG(USTI) AN. MDIX
IV VIRI PATAVINI REST.(ITUENDUM) CUR.(ARUNT)
AN. MDCCLXIV
Del monumento
in memoria della liberazione dall'assedio
di Massimiliano imperatore nell'anno 1509
i quattro deputati ad utilia padovani curarono il restauro
anno 1764
Sulle altre due facce del basamento è posto lo stemma di Padova,
quello a nord con l'acronimo C.L.P. (probabilmente CARLO LEONI
POSUIT) e l'anno 1858
Iscrizione attorno alla base della colonna, sotto il capitello ottagonale:
ABBATTUTA DAL VANDALISMO AUSTRIACO LA NOTTE
12 GENNAIO 1859 TRIONFALMENTE RISORSE 1866
Le quattro facce del basamento, in senso antiorario da nord (è così
possibile seguire anche l'iscrizione attorno alla base della colonna):
NB: sia le lastre iscritte che la base circolare sono copie realizzate in
sostituzione delle originali, danneggiate probabilmente dalle bombe
nella seconda guerra mondiale e oggi conservate, mutile, al Museo
Civico (informazione da F. Benucci)
L'iscrizione sul capitello ottagonale quattrocentesco, proveniente da
un palazzo o villa Capodilista abbattuto ai primi del Cinquecento per
fare spazio alle nuove mura, contiene parte dell'albero genealogico
della famiglia. La proprietà occupava probabilmente l'area dove sorse
il bastione Impossibile con il suo saliente nordorientale
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Descrizione e guida - Settore B
Il baluardo San Giovanni
(Guida p. 73-74)
(cliccare sulle immagini per aprirle)
La finestra della cannoniera della cortina che proteggeva il fianco nord
si presenta di forma rettangolare
L'interno del baluardo: a sinistra l'angolo centrale, a destra il fianco nord:
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Descrizione e guida - Settore F
Il ponte delle Gradelle di San Massimo
(Guida p. 123)
(cliccare sulle immagini per aprirle)
Un rilievo settecentesco, realizzato dal perito Alvise Giaconi in vista del
rialzamento dell'arco centrale, mostra il ponte nel suo assetto originale,
con le tre grate scorrevoli a saracinesca in apposite gole a ridosso del
muro, che aveva la stessa altezza del tratto di raccordo fra il ponte e il
torrione Buovo. In alto la vista esterna, in basso quella interna, a destra
la sezione. Le grate sono disegnate in rosso.
(Rilievo conservato all'ASPd - l'immagine non può essere ingrandita)
A fianco dell'edificio che sorge sull'arcata centrale del ponte, rialzata
nel '700, si nota uno degli archi superiori che si vedono nel rilievo e,
sul fianco dell'edificio, una pietra scanalata entro la quale scorreva la
grata (è indicata da una freccia rossa)
Sopra la porta d'ingresso, oggi murata, reca un'iscrizione del 1781:
L'edificio che sorge sull'arcata centrale del ponte, rialzata nel '700,
reca sopra la porta d'ingresso, oggi murata, la seguente iscrizione:
IACOBO NANIO EQ PRAEFECTO ET PROPRAETORE
CLAVDIVS MVSSATVS
LVDOVICVS MARCHIO DOCTORIVS
ANGELVS DE LAZARA
FRANCISCVS COMES CITTADELLA
IV VIRI
COMMVNI VTILITATI PROSPICIENTES PRISTINO IVRE XL VIRALI
IVDICIO AN MDCCLXXI XIV K OCT RECIPERATO RESTITVTA
NAVIGATIONE IAMDIV INTERMISSA PONTEM HVNC QVA NAVIGIIS
AD VRBEM PATERET ADITVS PVBLICA IMPENSA RESTAVRANDVM CVRAVERE
AN R S MDCCLXXXI
mentre era capitano e vicequestore il cavaliere Iacopo Nani
i quattro deputati ad utilia
Claudio Mussato
marchese Ludovico Dottori
Angelo de Lazara
conte Francesco Cittadella
guardando alla pubblica utilità, ristabilito l'originario diritto
con sentenza della Quarantia del 18 settembre 1771*, riattivata
la navigazione a lungo impedita, curarono, con spesa pubblica grazie
alla quale fosse aperto l'accesso alla città, il restauro di questo ponte
l'anno della Recuperata Salvezza 1781
(* letteralmente: quattordicesimo giorno dalle calende di ottobre)
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Descrizione e guida - Settore B
La cannoniera presso porta Savonarola
(Guida p. 65)
(cliccare sulle immagini per aprirle)
La casamatta della cannoniera che proteggeva la faccia nord ovest
del baluardo San Prosdocimo, oggi allo scoperto per la rimozione del
terrapieno, mostra all'interno, a filo del pavimento, oltre un metro più
alto che in origine, a sinistra l'arco della cannoniera e al centro un
secondo piccolo arco:
A quel piccolo arco (di scarico) corrisponde il varco tamponato che si
nota nella cortina esterna fra la porta e la cannoniera alla sua destra.
Fino a quando non fu aperta la breccia per agevolare la circolazione
stradale, un edificio addossato alla porta inglobava la casamatta: il
varco risale probabilmente a quell'epoca
A metà anni Cinquanta la casamatta era l'"ufficio" di un commerciante
di legna, che usava la porta come magazzino
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Descrizione e guida - Settore F
Il torrione Venier o del Portello Nuovo
(Guida p. 132-134)
(cliccare sulle immagini per aprirle)
Al Museo Civico si conserva l'iscrizione che sottostava al leone marciano
HOC HOSPES
OPVS TIBI IN
DICAT AN IVLI
ANVS GRADO
NICVS QVI
[P]ATAVIVM ORNAVIT
ATQVE MVNIVIT ANCI
MERVERIT NOMEN
AT SI PV(BLICA) LEGERIS
ACTA ARISTIDEM
QVOQVE DICES NAM
TALEM EGIT PRAET(OR)
Quest'opera, o ospite, ti
mostrerà se Giuliano Gradenigo
che ornò e munì Padova
abbia meritato il nome di Anco
Ma, se ne leggerai i pubblici atti,
lo chiamerai anche Aristide
poiché come lui agì il magistrato
(si allude al fatto che Anco Marzio circondò Roma di mura, mentre
Aristide era chiamato "il giusto")
La casamatta superstite, quella orientale, ha l'ingresso parzialmente
tamponato a seguito dell'uso come rifugio durante le due guerre.
L'ingresso è in fondo alla rampa illustrata a p. 134 della guida, a
sinistra. L'interno è parzialmente invaso da terra e macerie.
per saperne di più:
leggi Il Castelnuovo di Padova, la fortezza mancata, a cura di
U. Fadini, con testi di P. Dal Zotto, A. Ulandi, A. Verdi, S. Tuzzato
e U. Fadini, Il Prato, Saonara (PD), 11/2011
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Descrizione e guida - Settore E
Il baluardo Cornaro
(Guida p. 114-116)
(cliccare sulle immagini per aprirle)
Gli stemmi incastonati nella mensola che un tempo reggeva il leone di
San Marco appartengono ai camerlenghi in carica mentre era capitano
Girolamo Corner: Vincenzo Premarin a sinistra e Andrea Meno a destra
(l'identificazione è di Franco Benucci, che ringraziamo)
La piazza bassa orientale è parzialmente conservata al'interno
delle strutture delle cliniche: a destra l'interno di una cannoniera
Così si presenta il versante interno del baluardo, all'angolo nord est:
quello che si vede a destra, dove entrano le condutture metalliche, è
l'ingresso della galleria che conduce alla piazza bassa est (p. 114)
Il lato sud della piazza bassa occidentale, trasformata in parcheggio, è
interamente ricostruito. All'ingresso (foto a destra) affiorano le strutture
originali del baluardo
per saperne di più:
vai alla pagina del sito dedicata al baluardo
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Descrizione e guida - Settore C
Il torrione Saracinesca e la cortina a nord
(Guida p. 78-80)
(cliccare sulle immagini per aprirle)
La parte superiore del parapetto del torrione
La cannoniera nord, meglio visibile dopo uno sfalcio della vegetazione
Il "dente" formato dai due tratti di cortina a nord del torrione in due foto del 1993
e del 2012. A destra l'arco tamponato che si nota nella cortina poco più a nord
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Descrizione e guida - Settore G
Il porto di Ognisanti
(Guida p. 143)
(cliccare sulle immagini per aprirle)
La gradinata ovest riportata alla luce, prima della totale ricostruzione
Nella foto Alinari di inizio Novecento si vede ancora la gradinata
est, prima che scomparisse per decenni sotto una coltre di terreno
erboso. È ancora presente l'obelisco e la Madonna è ancora quella
originale, nella nicchia squadrata. Il livello del Piovego è prossimo
a quello cinquecentesco.
La testata occidentale della gradinata est come si presenta oggi,
dopo il restauro. La Madonna originale è stata trasferita al Museo
Civico, sostituita da una copia. Diverso anche l'architrave della
nicchia. È scomparso l'obelisco che stava sul parapetto, ne rimane
solo il basamento.
A sinistra l'iscrizione posta sulla testata della scalinata est (vedi foto
qui sopra), a destra quella riposizionata come lastra pavimentale
davanti al tabernacolo e danneggiata dal chiavistello del cancello. In
origine doveva essere posta nella testata est, rivolta verso il Piovego.
La prima iscrizione recita:
ACCEDENTIVM ET RECE
DENTIVM COMODO
PETRI LANDI PRAET(ORIS)
MARCI BARBADICI PRAEF(ECTI)
PAVLI CONTARENO
CVRATORIS DILIGENTIA
[ANNO DOMINI MDXXXIV]
Per comodità di chi arriva
e di chi parte
per cura di
Pietro Lando podestà
Marco Barbarigo capitanio
Paolo Contarini provveditore
[Anno Domini 1534]
(la data è riportata nella trascrizione di I. Salomonio, 1701)
La seconda iscrizione dice:
RIPAM ACCESSV DIVTVRNO
ET RECESSV DEVASTATAM
HIERONYMVS [LANDO] EQ PRAET(OR)
HIERONYMVS DE LEGE PRAEF(ECTVS)
RESTITVERVNT [MDCXX]VII
La riva devastata dai continui
arrivi e partenze
il cavaliere Girolamo Lando podestà
Girolamo Da Lezze Capitanio
restaurarono 1627
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Descrizione e guida - Settore D
Il baluardo Santa Croce
(Guida p. 98-99)
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La data riportata sulla mensola che un tempo reggeva il leone di San
Marco, MDXLVIII, si riferisce probabilmente al completamento della
muratura, mentre le strutture interne furono completate solo nel 1554
I resti del leone di San Marco, recuperati nel 1991, sono conservati
all'interno del baluardo
Franco Benucci ha di recente identificato lo stemma mutilo posto all'angolo
sud ovest del baluardo con quello della famiglia veneziana Malipiero. Ciò
trova riscontro in quanto osservava Angelo Portenari in La felicità di Padova
(1623). Resta da capire di che Malipiero si tratti e quale ruolo ricoprisse
Rilievo del baluardo eseguito da F. Ronzani, 1830 circa. SI notano le garitte
aggiunte nel Settecento. Non sono evidenziate le troniere della piattaforma
superiore, mentre è disegnato il leone, che all'epoca era già stato rimosso
Rilievo moderno della pianta del baluardo e della vicina porta
Vista dalla piattaforma, in direzione ovest. Nonostante la copertura
protettiva messa in opera con il restauro, si notano ancora le aperture
delle troniere, variamente orientate, evidenziate nello schema a destra
(da Maurizio Berti, La conservazione delle strutture continue nei
sistemi bastionati moderni. Esperienze nella città di Padova)
Il fianco est del baluardo, ancora da restaurare, con le cannoniere murate.
L'edificio in sommità è quello della scuola Camillo Aita, costruita nel 1927,
le cui aule all'aperto sorgono sul tratto di mura a est del baluardo
per saperne di più:
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Descrizione e guida - Settore D
La porta Santa Croce
(Guida p. 95-98)
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Nella guida, a p. 98, viene segnalata la presenza di un Calvario, inciso
all'ingresso, dal lato campagna. Un'incisione simile è in realtà presente
anche dal lato città, in posizione simmetrica, anche se meno visibile.
L'iscrizione che ha sostituito il leone marciano sulla facciata esterna
ricorda l'ingresso a Padova di Vittorio Emanuele II nel 1866
MEMORANDO
AI REMOTI POSTERI
IL GIORNO I AGOSTO MDCCCLXVI
PER QUESTA PORTA ENTRAVA
VITTORIO EMANUELE II
LIBERATORE
L'iscrizione murata all'interno della porta, sulla parete ovest (sopra di
essa i resti di un leone di San Marco, scalpellato dai giacobini nel 1797)
SANCTAE CRVCIS
HERMOLAI DONATO PRAETORIS ET
HYERONYMI PISAVRO BENEDICTI PROCV
RATORIS FILII PRAEFECTI AC PETRI VE
NERIO PROVISORIS STVDIO AC SOLE
RTIA INEXPVGNABILIS REDDITA ET
HOC ILLVSTRISSIMI SENATVS VENETI
DECRETO
MDXVI
Santa Croce
resa inespugnabile grazie allo zelo e all’abilità
di Ermolao Donato podestà
Girolamo Pesaro, figlio di Benedetto
procuratore (di S. Marco), capitanio e di
Pietro Venier provveditore
per decreto del Senato veneto
1516
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