Ciclo di incontri a tema libero
Le conferenze si tengono
il sabato pomeriggio, alle 17:00, all'Aula 1914, in via Raggio di Sole 2
ingresso in sala consentito fino a esaurimento dei posti disponibili
Eventuali luoghi e orari diversi sono evidenziati accanto alla data
PROGRAMMA INVERNO 2020
- sabato 8 febbraio 2020 - ore 17:00 - Aula 1914, via Raggio di Sole 2
Gestione dei parchi del Veneto - Il Parco del Sile
Giuliano Carturan
Racconteremo per episodi ed aneddoti della progettazione urbanistica regionale, della progettazione e gestione delle aree protette per arrivare alle esperienze locali dei parchi regionali in particolare del Sile e dei Colli Euganei.
Tratteremo brevemente di Progetto Locale, di Contratto di fiume e di Quartiere, infine della recente normativa regionale relativa ai Parchi Agropaesaggistici, alla Banca della Terra e della partecipazione.
Parleremo della prima legge urbanistica regionale del 1975 dell'istituzione di primi parchi nazionali e regionali per arrivare ad oggi in cui i problemi principali sono quelli del contenimento del consumo di suolo, della rigenerazione urbana, del risanamento ambientale e della tutela del paesaggio e della involuzione culturale relativa in particolare alle aree protette. Le direttive comunitarie favoriscono da tempo la progettazione partecipata e le buone pratiche attraverso l'erogazione di specifici finanziamenti mentre, molto spesso, disattendiamo tali opportunità.
- sabato 15 febbraio 2020 - ore 17,00 - Aula 1914, via Raggio di Sole 2
Non solo, ma anche mura. Enigmi e rivelazioni nella cartografia storica e altre schegge di ricerca
Ugo Fadini
Mappe, disegni e carte d'archivio (ma anche google maps...) non finiscono mai di regalare sorprese a chi se ne lasci catturare, armato di curiosità, lente di ingrandimento e un po' di memoria, per collegare nomi fatti e immagini. E disponibilità a trovare quello che non stava cercando e ad accettare poi la nuova sfida: scoprire cosa e chi ci sia dietro quel dettaglio notato per caso. Sperando di non aver scoperto l'acqua calda... Districandosi, con lenta e gioiosa fatica, fra disegni già noti ma improvvisamente rivelatori, altri mai visti che spuntano dal nulla, firmati da autori inaspettati, che aprono orizzonti imprevisti. E presunti originali o pezzi unici che in realtà non lo sono, mettendo in crisi certezze acquisite. E il modello perduto di un bastione che esiste, ma in una città inesistente. Opera di un noto ingegnere militare poi caduto in disgrazia. O almeno, così si credeva...E, naturalmente, le carte d'archivio, avare o generose, ma sempre fondamentali per dare a tutto un senso. Brevi flash su ricerche ancora in corso: schede, o solo schegge.
- sabato 22 febbraio 2020 - ore 17,00 - Aula 1914, via Raggio di Sole 2
Criticità e problematiche future del sistema Mose
Luigi D'Alpaos
Brevi accenni ai problemi aperti di carattere progettuale che l'opera in via di completamento presenta. Questione dell'innalzamento del livello medio in prospettiva futura sia illustrando le previsioni dell'IPCC sia considerando i risultati della elaborazione dei livelli di marea registrati a Punta della Salute e a Trieste. Illustrazione di come questo fenomeno epocale influenzerà la gestione del Mose in termini di incremento delle manovre di chiusura delle bocche necessarie e di durata delle chiusure stesse. llustrazione delle penalizzazioni che ne deriveranno per il problema della difesa dalle acque alte, della portualità lagunare e della salvaguardia dell'ambiente. Accenno alle possibili opere complementari da realizzare per consentire di affrontare queste questioni che richiederanno interventi inconciliabili se ci si affiderà al solo Mose.
AVVERTENZA: gli incontri successivi, qui sotto elencati, sono stati annullati a causa dell'emergenza sanitaria Covid-19, in ottemperanza ai relativi Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri.
Verranno riprogrammati non appena possibile.
- sabato 29 febbraio 2020 - ore 17,00 - Aula 1914, via Raggio di Sole 2
Padova, quando la pittura diventa racconto - documentario
Giovanna Berenice Mori e Antonio Bonadonna
Da un punto di vista storico-artistico Padova si distingue per i grandi cicli pittorici che, dai primi anni del XIV secolo, impreziosirono le pareti di cappelle, chiese, palazzi e oratori. Giotto, con gli affreschi della cappella degli Scrovegni eseguiti nel 1303, avviò la grande stagione artistica con una pittura a carattere monumentale che ben presto sarebbe diventata una tendenza di gusto sempre più padovana. Infatti, anche nei secoli successivi e fino agli anni '40 del Novecento, la passione per le pareti dipinte e per la pittura intesa come narrazione e strumento di comunicazione, continuerà a essere coltivata da artisti e committenti. Il documentario dal titolo "Padova, quando la pittura diventa racconto", realizzato a cura di Giovanna Berenice Mori per la regia di Antonio Bonadonna, visitando alcuni dei luoghi più rilevanti della città, si propone di evidenziare questi aspetti pittorici.
- sabato 7 marzo 2020 - ore 17,00 - Aula 1914, via Raggio di Sole 2
Pietro d’Abano e gli affreschi astrologici del salone di Padova
Daria Mueller Eberhart
Con i potenti mezzi del powerpoint faremo insieme una passeggiata sia all’interno che all’esterno del Salone, di questo scrigno che contiene il ciclo di affreschi ad argomento astrologico più vasto al mondo. Per prima cosa dimostreremo la paternità di Pietro d’Abano quale allestitore teorico dei 333 riquadri che illustrano ogni tipo di attività umana, regolata dagli influssi planetari. Poi daremo qualche esempio degli errori, voluti e non, dei restauratori nei secoli successivi. Infine toccheremo anche le alterazioni della superficie muraria su cui gli affreschi poggiano, ripristinando l’originario assetto della sopraelevazione ideata da fra' Giovanni degli Eremitani. Il tutto però per concludere che, nonostante i disastri della natura e dell’uomo, il pensiero di Pietro d’Abano si è in gran parte mantenuto o è comunque stato possibile ricostruirlo. Un impegno che, da decenni, mi occupa felicemente.
- sabato 14 marzo 2020 - ore 17,00 - Aula 1914, via Raggio di Sole 2
Giovanni Battista e Sarah Belzoni: avventura, amore, intrighi e scoperte agli albori dell’egittologia
Francesca Veronese
L'incontro è mirato ad approfondire la vicenda umana del gigante Belzoni, il padovano figlio del barbiere del Portello che divenne esploratore dell'Egitto senza averlo preordinato. Primo europeo a mettere piede in luoghi che oggi sono divenuti note mete turistiche, Belzoni riuscì a compiere le imprese impossibili che lo hanno reso famoso sottoponendosi a sforzi fisici enormi e a condizioni di vita veramente difficili. Al suo fianco ci fu sempre Sarah, discreta e misteriosa donna inglese che Belzoni sposò nel 1803. Sarah fu per Giovanni una vera 'consorte', pronta a condividere gioie e dolori nel nome dell'avventura. Ma fu anche una donna intraprendente, che non esitò a viaggiare da sola in mondi sconosciuti. E che decise di raccontare le sue considerazioni in un saggio, uscito a stampa nel 1820. Di tutto ciò e di molto altro si darà conto nel corso dell'incontro, a partire da lettere, documenti e testimonianze che restituiscono il lato umano degli straordinari protagonisti di queste vicende
- sabato 21 marzo 2019 - ore 17:00 - Aula 1914, via Raggio di Sole 2
Polifonica Vitaliano Lenguazza e dintorni
Vittorio Dal Piaz
La “Polifonica Vitaliano Lenguazza” nasce a Padova nel 1959 nell’ambito universitario e termina le sue stagioni musicali il 7 febbraio 1969 con il concerto del Decennale al Teatro Verdi. Nel 1995, in occasione della posa di una targa-ricordo nel palazzo del Bo, riprende la sua attività che continua tuttora. Nata durante la Festa delle Matricole, si è esibita in eventi di carattere universitario, come l’apertura dell’anno accademico, inaugurazioni di strutture edilizie dell’Ateneo, visite di alte autorità dello Stato, quali Presidenti della Repubblica, Antonio Segni nel 1964, Giuseppe Saragat nel 1966 e Carlo Aurelio Ciampi e in numerosi concerti a teatro per beneficienza, ecc. Ha proposto in molte città e sedi universitarie, come Bologna, Ferrara, Trieste, Verona, Perugia, Pisa, Firenze, Torino, un repertorio musicale di carattere goliardico, opportunamente ‘arrangiato’. Alcuni testimoni e protagonisti ne tratteggeranno la storia.
- sabato 28 marzo 2019 - ore 17:00 - Aula 1914, via Raggio di Sole 2
La donazione "de Mabilia" nella cattedrale di Montepeloso
Franco Benucci
Roberto de Mabilia da Montepeloso (ora Irsina, MT, a pochi km dal confine pugliese), fu a Padova nei decenni centrali del XV secolo come prete (per il periodo più lungo e significativo rettore di San Daniele presso Prato della Valle) e notaio delegato dalla città all'assistenza, spirituale e insieme amministrativa, degli appestati. Nel corso del suo lungo soggiorno a Padova, si trovò ad avere la disponibilità e la custodia di un rilevante insieme di opere d'arte e arredi liturgici (sculture, pale d'altare, codici miniati, reliquiari, fonte battesimale, colonna cimiteriale ecc.), alcune delle quali recanti iscrizioni, che venuto meno lo scopo per cui erano state commissionate a vari artisti di fama destinò dopo il 1454 alla Cattedrale della sua città natale dando così luogo a quella che gli storici dell'arte definiscono la 'donazione de Mabilia' e avviando di fatto il secolare flusso di opere d'arte venete verso chiese, cattedrali e conventi apulo-lucani. Nonostante alcune dispersioni e perdite, tale insieme di opere d'arte, in gran parte incentrato sul culto della Vergine e della patrona sant'Eufemia, tuttora decora la città di Irsina accendendo da alcuni anni un vivace dibattito in ambito storico-artistico circa la paternità di alcune opere, soprattutto scultoree, per le quali si fanno i nomi di Andrea Mantegna, Nicolò Pizzolo, Bartolomeo Bellano, Pietro Lombardo, ecc. Dal 2013, constatata l'impasse a cui sono giunti gli storici dell'arte e riprendendo gli studi abbozzati da Paolo Sambin e proseguiti poi dal suo allievo Francesco Liguori, si è costituito presso il Dipartimento di Scienze Storiche, Geografiche e dell'Antichità (DiSSGeA) dell'Università di Padova un gruppo di ricerca interdisciplinare che, in collaborazione anche con alcuni studiosi irsinesi membri del Centro Studi Robertus de Apulia, ha sviluppato finora una complessa ma promettente ricerca sul versante storico, documentario, iconografico ed epigrafico-linguistico, tesa a definire il duplice contesto, padovano e pugliese, in cui la 'donazione de Mabilia' si è costituita e poi concretizzata. In particolare negli anni scorsi la ricerca si è concentrata su due tra le più significative opere della 'donazione' ovvero il grande Crocefisso ligneo che domina ora l'altar maggiore della Conccattedrale irsinese e la statua lapidea di Sant'Eufemia che costituisce il fuoco artistico e devozionale del culto della patrona.
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