Comunicato Stampa - 27 marzo 2009
A proposito del crollo di ieri all'Alicorno, qualche considerazione per ricollocare il fatto nella giusta prospettiva, correggendo le molte inesattezze e qualche sciocchezza apparse a caldo sui giornali.
- è innanzitutto evidente, (lo chiediamo da trent'anni: speriamo che l'allarme di oggi operi il miracolo), che va rivisto alla radice il modo di operare sulle mura cittadine: ogni tentativo di considerarle come un unico grande monumento e di progettarne restauro, riuso e manutenzione in modo organico è in passato naufragato, con amministrazioni di ogni colore: fanno dunque sorridere le polemiche che contrappongono l'attività di giunte passate, o i propositi di giunte future, all'operato di quella attuale.
- con la situazione finanziaria di oggi, le promesse devono essere accompagnate da conti economici precisi, altrimenti sono parole prive di senso.
- il Quartiere Centro, che ora afferma di avere tanto a cuore le mura, se ne è finora disinteressato (a differenza dei quartieri esterni), proponendo anzi veri e propri sfregi, come un parcheggio al bastione S. Prosdocimo.
- Il crollo all'Alicorno è dovuto a un concorso di cause (da indagare): le precipitazioni dei mesi scorsi, seguite da gelate e poi dal rapido rialzo della temperatura, ne sono state forse la causa scatenante.
- gli ultimi due metri in alto della muraglia sono opera relativamente recente: il crollo ha rivelato trattarsi di un paramento di mattoni di recupero, rinforzato all'interno da una gettata di cemento di una cinquantina di cm di spessore, purtroppo non armato e non agganciato ai contrafforti antichi (rivelati dal crollo).
- forse anche porzioni del muro sottostante sono di ricostruzione, seppure più antica. Speriamo possa essere recuperata la pietra che segnava l'asse capitale del torrione, incastonata nella parte di muro crollata.
- purtroppo non è mai stata effettuata una lettura stratigrafica del paramento murario, che però denuncia in modo evidente modifiche, ripensamenti e aggiustamenti la cui cronologia è arduo stabilire: come per altri elementi della cortina veneziana, neanche qui i lavori furono mai completati, con possibili conseguenze sulla tenuta della struttura.
- d'altra parte anche questo bastione potrebbe essere stato interessato dalle opere di demolizione attuate dalle truppe napoleoniche in ripiegamento.
- è una grossa sciocchezza che questo sia "l'unico bastione che non ha mai subito attacchi nemici dai tempi della Serenissima", come si è letto: nessuno dei bastioni ne ha mai subiti, essendo stati costruiti tutti e 19 (non cinque, come pure abbiamo letto) dopo la fine dell'assedio da parte della Lega di Cambrai, ultimo episodio bellico ad aver coinvolto le mura, mine francesi e bombardamenti nelle guerre mondiali a parte.
- I restauri del 2003 hanno riguardato soltanto gli spazi interni e non il paramento esterno (e questa è la colpa dell'ammonistrazione comunale, gli ultimi lavori che riguardano il muro sono di molto precedenti.
- nessuno, a quanto ci consta, aveva mai avuto l'impressione che questo bastione in particolare fosse in pericolo, neppure fra coloro che oggi gridano allo scandalo.
(cliccare sulle foto per ingrandirle)
La porzione crollata del bastione Alicorno (immagini del giorno successivo il cedimento)
Questa pietra, sicuramente di riuso, forse un antico cippo gromatico, era incastonata nel paramento murario del torrione a indicarne l'asse capitale. Il Comitato Mura, nel sopralluogo di venerdì mattina, ha subito segnalato l'urgenza di ritrovarla fra le macerie, cosa che per fortuna è avvenuta, grazie al geom. Marco Forese, del Settore Edilizia Monumentale.
Nella foto a sinistra la pietra ritrovata dopo il crollo; a destra, in una foto recente, la pietra nella sua collocazione