Comunicato stampa 18 agosto 2010 -
A proposito delle affermazioni di Elio Franzin e degli Amissi del Piovego in tema di Costituzione e principio di sussidiarietà.
La Costituzione all’art. 118, comma 4 dice soltanto che “Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà”.
NON dice che “i cittadini sono liberi di intraprendere autonomamente attività di interesse generale secondo il principio di sussidiarietà” o qualcosa di equivalemte. In quel caso, Franzin e gli Amissi del Piovego avrebbero avuto in parte ragione.
La distinzione è fondamentale.
Se si è ritenuto necessario specificare che sono gli Enti territoriali a favorire l’attività autonoma dei cittadini, vorrà evidentemente dire, o almeno a noi così pare, che questo deve avvenire sotto il loro controllo. Quindi mediante autorizzazione, su proposta o richiesta del o dei cittadini.
In ogni caso, nella fattispecie che ci interessa, rispetto al generico “interesse generale” prevarrebbe comunque il principio della tutela, pure sancito dalla Costituzione (Principi fondamentali, art. 9, comma 2: “La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”). Tutela che si esercita in primo luogo attraverso le Soprintendenze, il cui parere è dunque SEMPRE necessario prima di intraprendere qualsiasi attività che interessi un bene di rilevanza paesaggistica o storico-artistica, tanto più se già sottoposto a vincolo.
Altrimenti chiunque, adducendo l’”interesse generale”, potrebbe scavare dovunque di propria iniziativa, e anche costruire, perché no? Si arriverebbe al paradosso che mentre le amministrazioni sono costrette ad ottenere il parere preventivo delle Soprintendenze, i privati cittadini invece (attenzione, è una conseguenza diretta del ragionamento degli Amissi) potrebbero fare qualsiasi cosa in barba a qualsiasi regola. Largo ai palazzinari di buona volontà!
Hanno gli Amissi ottenuto, se non l’autorizzazione dell’Ente proprietario delle mura, il Comune di Padova, almeno il parere dalle Soprintendenze (sono due quelle interessate)? Lo hanno almeno richiesto? Possono mostrarci il parere ottenuto, o almeno la richiesta presentata?
Verosimilmente non possono perché non hanno mai chiesto alcuna autorizzazione o parere: a loro basta quello di un privato cittadino, il loro presidente onorario.
A noi no.
Associazione "Comitato Mura di Padova"