(20 aprile 2018) - Diciamolo subito, così evitiamo equivoci sulle nostre intenzioni: è giusto e sacrosanto che il Selvatico, liceo artistico erede della gloriosa scuola d’arte ominima, rimanga nella sua sede storica, l’ex macello jappelliano. Approfittando però dell’occasione per ripensarne e valorizzarne ulteriormente l’utilizzo.
Ripartendo da quella parola che sta nel titolo della scuola: “artistico”. Che evoca valori estetici...
Perché, se si ragionasse in termini di estetica, nessuno avrebbe dubbi su cosa bisognerebbe fare...
Dire che un’estensione, di carattere dichiaratamente provvisorio, un prefabbricato, eretto in emergenza, debba essere conservato solo perché non risulta abusivo, è una forzatura. E infatti, fino a prova contraria, la Soprintendenza ha solo preso atto che non può imporne la demolizione, non ci pare abbia espresso l’intenzione di impedirla.
Tanto più che l’orrendo edificio che vediamo oggi non è affatto quello approvato nel 1967, un prefabbricato su palafitte con una sua elegante leggerezza, seppure estraneo al contesto. Troppo elegante, forse, visto che fu subito modificato, chiudendo il vuoto sottostante, con una soluzione che ne ha fatto un brutto scatolone, con annesso parcheggio nella golena, tra le mura cinquecentesche e il Piovego (destinazione in ogni cas non più accettabile, questo deve essere chiaro).
Ahinoi, oggi non si parla di riportare l’edificio al suo aspetto originario, ma al contrario di ristrutturarlo, eliminando la suddivisione in due piani. Con costi prevedibilmente molto alti, visto che la struttura si regge su pilastri, che, per farne un unico volume, bisognerebbe probabilmente eliminare, riprogettando la statica dell’edificio.
Ne vale davvero la pena? Per una scuola “d’arte”?
Dunque, perché non cogliere l’occasione per ripensare la sistemazione dell’intero complesso, partendo dal recupero, non dal semplice restauro conservativo, dell’edificio di Jappelli con le estensioni più antiche, affrontando l’idea di sostituire, riprogettandole ex novo, le estensioni tarde, se davvero le funzioni in esse ospitate non fossero trasferibili in una seconda sede? Perché è comunque un dato di fatto che l’attuale complesso non potrebbe in ogni caso contenere l’intero Liceo e quella che si vorrebbe ridurre, giustamente, è solo la dispersione in troppe sedi diverse, riducendola alla sede centrale e a una succursale.
Ma l’eliminazione del prefabbricato, e anche del corpetto intermedio, aggiunto a inizio anni Cinquanta, già esso un inaccettabile sfregio al contesto sarebbe però auspicabile anche per un altro ordine di considerazioni.
L’esigenza di conservare una memoria di grande valore, costituita dall’edificio del macello e dalla nobile tradizione della scuola che vi è subentrata, si incrocia infatti con quella di valorizzare, finalmente e doverosamente, un altro, enorme patrimonio di Padova, finora ignorato o sottovalutato, costituito dalla cinta muraria cinquecentesca. Realizzando quel Parco delle Mura e delle Acque, che non è un giardino, e neppure un semplice anello di verde intorno alla città, ma è la città futura: nel senso che, partendo dal Parco e dalla sue mura, Padova potrebbe ridisegnare la sua intera immagine, di città d’arte e di storia.
Chi deciderà i destini del Liceo Selvatico e dell’edificio che lo ospita porta un pezzetto della responsabilità di rendere possibile quel Parco, e di ridare così vita e valore a Padova. La stessa responsabilità che porta, a una scala ben maggiore, chi sta determinando il futuro assetto dell’area ospedaliera.
Se non ci si decide ad allargare lo sguardo, a vedere una città nel suo insieme e non i suoi piccoli pezzi uno alla volta, Padova resterà per sempre solo un esempio fallimentare di modernizzazione forzata.
Comitato Mura di Padova
Il complesso del Liceo Selvatico in google maps. Il prefabbricato aggiunto negli anni Sessanta è il rettangolo chiaro a destra
Il complesso del Liceo Selvatico, con le mura tracciate in giallo. il rettangolo bianco è il prefabbricato aggiunto negli anni Sessanta
Il prefabbricato come era stato approvato e inizialmente realizzato (Resto del carlino 16 marzo 1968)
Scorci del prefabbricato accostato negli anni Sessanta al complesso del Liceo Selvatico
La golena del Piovego, sotto le mura, utilizzata come parcheggio