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Allargando lo sguardo a tutta l'area, qualsiasi sarà l'esito finale del complesso e articolato dibattito in corso sul futuro delle strutture ospedaliere cittadine, vi sono alcuni elementi cardine irrinunciabili, sia che resti ospedaliera sia che assuma, in parte, altre funzioni:
1) la valorizzazione del tracciato continuo delle mura rinascimentali comprensivo delle fasce di rispetto interna (terrapieno) ed esterna (fossa) in base alla morfologia originaria del sistema;
2) la liberazione del baluardo Cornaro dalle cliniche che lo sovrastano e dagli attuali edifici pediatrici a ridosso della cortina muraria;
3) la riapertura del canale San Massimo, oggi interrato sotto l'area ospedaliera, ripristinando la continuità di percorso con i tratti scoperti, presenti prima e dopo l'area ospedaliera, e restituendo dignità ad un corso fluviale esistente fin dalle origini della città;
4) il contenimento dell'altezza massima degli edifici, per la prevista ristrutturazione del monoblocco ma soprattutto per il settore delle cliniche a est di via Giustiniani, non superando le altezze dell'edificato adiacente.
Non tenere in considerazione questi elementi progettuali significherebbe ignorare la morfologia e la storia di quel settore del centro storico. Corrisponderebbe a svuotare di significato e prospettive la progettualità del Parco delle Mura e delle Acque faticosamente costruita in decenni di attività da più realtà culturali e ambientaliste cittadine e assunta quale elemento programmatico trasversale dalle ultime amministrazioni comunali, compresa quella in carica. A questo tema, in grado di rigenerare molte aree, oggi marginali e neglette, del nostro centro storico, sarà dedicato un Convegno a Palazzo Santo Stefano il prossimo 10 novembre.
Comitato Mura di Padova