(23 gennaio 2017) - Anche un semplice lavoro di pulitura, a volte, può portare a “scoperte” importanti.
Domenica durante la tappa del giro delle mura, che il Comitato Mura conduce ogni domenica, toccava al tratto fra porta San Giovanni e il torrione Ghirlanda. Arrivati in riva al fossato lungo via Cernaia, a sud del baluardo San Giovanni, una piacevole sorpresa: la cannoniera che mancava all’appello, quella che proteggeva la faccia sud-occidentale del bastione, che avevamo cercato invano all’epoca della compilazione della guida alle “Mura di Padova” era là, davanti a noi.
Nulla di imprevisto, ci "doveva" essere, come spiegavamo nella guida. Se c’è quella a nord, se ci sono quelle a protezione dei baluardi Savonarola e San Prosdocimo, eretti in un unico cantiere con il San Giovanni fra 1526 e 1528, sotto la direzione del capitano generale Francesco Maria della Rovere e dell’architetto Pier Francesco Fiorenzuoli da Viterbo, ci doveva essere anche questa. Nella guida aggiungevamo che però non la si riusciva a vedere e localizzare, per via della fitta vegetazione che ormai da anni ricopriva la cortina. Ora abbiamo finalmente la conferma che esiste, e possiamo rallegrarci anche del fatto che non è neppure tamponata. È bastata una pulizia sommaria della vegetazione (sommaria in senso buono, sono state cioè tagliate solo le ramificazioni, senza estirpare le radici penetrate fra i mattoni, operazione delicata, da compiere in fase con il restauro, onde evitare danni maggiori). Non sappiamo neppure chi ringraziare, visto che non abbiamo avuto notizia dell’operazione, né prima né dopo. Ma grazie comunque!
Intorno alla cannoniera sono apparsi anche diversi fori, di funzione e età imprecisata. Salvo probabilmente per quello ad arco che si apre proprio sotto alla cannoniera, forse lo sbocco del canale che delimitava a nord l’area della cittadella nuova. Indagheremo. Come cercheremo anche di indagare sulla eventuale sopravvivenza della casamatta o parti di essa: alquanto improbabile, visto che all’interno, sul terrapieno, sono sorte le case di via Cristoforo Moro, ma pur sempre possibile, almeno per quanto riguarda i muri perimetrali.
La vicenda è una dimostrazione, se ce ne fosse bisogno, di quanto ancora resti da precisare, verificare, confermare, e, perché no, scoprire, intorno alle mura di Padova. Altre cannoniere mancano all'appello, con le relative casematte, alcune individuate in vecchie foto, altre semplicemente necessitate dalla logica geometrica del "sistema" bastionato. Probabilmente ancora esistenti, sotto il livello del suolo.E accanto alle cannoniera, aperture per lo sbocco di canali di scolo e magari, perché no, qualche galleria di contromina, qualcuna "avvistata soltanto in qualche vecchio rilievo. Giusto per ribadire che prima di procedere con i progetti di restauro occorrerebbe svolgere accurate indagini, in archivio, archeologiche, speleologiche, per accertare quanto altro si conservi, nascosto agli occhi, che potrebbe contribuire alla conoscenza delle soluzioni adottate in quell’autentico laboratorio sperimentale di tecnica delle fortificazioni che è stata Padova nella prima metà del Cinquecento. Caratteristica che fa delle mura di Padova, sotto certi aspetti, la più importante (oltre che la più estesa) cinta bastionata rinascimentale e potrebbe fare di Padova la città murata per eccellenza. Solo che lo si volesse. Solo che lo si capisse...