(20 novembre 2016) - Recentemente la stampa locale ha segnalato lo stato di degrado dell’ex bocciofila e degli ex campi sportivi del Green Club lungo via Bronzetti e in questi giorni sono comparsi due striscioni (uno sulla recinzione esterna e uno sopra la cortina muraria a lato di porta Savonarola) che chiedono il ripristino di quelle attività.
Il degrado in cui versano le strutture è innegabile, ma il ragionamento sul futuro di quelle aree va fatto tenendo conto di cosa esse siano storicamente, del loro contesto e delle potenzialità di trasformazione.
La zona in cui, molti decenni fa, furono insediate queste due iniziative non è un semplice vuoto urbano da riempire con una funzione qualsiasi. Si tratta infatti dello spazio della fossa delle mura cinquecentesche nel tratto da porta Savonarola al torrione Impossibile.
La fossa, è bene ricordarlo, era un’ampia fascia mantenuta a prato libero che correva attorno alle mura, ribassata rispetto al livello esterno delle vie di circonvallazione e allagabile in caso di necessità militare. Un anello verde che abbracciava tutta la città e che nei centri che lo hanno saputo mantenere o recuperare (per es. Lucca e Ferrara) costituisce un’area di straordinario valore ambientale e monumentale. Un elemento mantenutosi, a Padova, quasi intatto fino a inizio Novecento e poi progressivamente smembrato e occupato in vari modi; esso oggi si conserva in pochi tratti delle mura padovane.
L’area è quindi una parte essenziale del complesso di opere che costituiscono le mura di Padova (molto più di un semplice “muro”) da recuperare il più possibile nei suoi connotati di ampiezza e conformazione. Quella di strutture ricreative e sportive adeguate e curate è una richiesta legittima che deve però trovare risposta in spazi più idonei e diversi da quelli in questione che le vigenti prescrizioni urbanistiche assegnano già ad area di rispetto del fronte bastionato. Inoltre il coacervo di reti e pali attualmente presente non consente di fruire visivamente del monumento e tantomeno di illuminarlo secondo il progetto in via di definizione per la valorizzazione notturna della cinta fortificata. Per questo l’azione, già avviata, di smantellamento delle strutture oggi fatiscenti deve proseguire completando la prima fase dei lavori che ha visto la liberazione, nella scorsa primavera, delle zone più prossime al canale che scorre ai piedi delle mura (la “fossa Bastioni”) e consente, finalmente, al Consorzio Bacchiglione di operare la manutenzione del corso d’acqua.
La recente rimozione dei teli lungo la rete di via Bronzetti permette a chiunque passi di lì oggi di accorgersi che, dietro alle strutture in disuso, vi è un esteso tratto di cortina muraria cinquecentesca, circa 300 metri, finora celato alla vista. Una volta liberata tutta la zona, Padova guadagnerà una grande superficie verde e si riapproprierà di un lungo tratto del suo fronte bastionato, realizzando così un tassello del Parco delle Mura.
Comitato Mura di Padova
Per maggiori informazioni leggi anche: Un impegno coerente per le mura (12 maggio 2016)
Il comunicato pubblicato su Il Gazzettino di Padova del 1 dicembre, sul Mattino di Padova del 3 dicembre e sul Corriere del Veneto del 7 dicembre
Il servizio andato in onda sul TG Padova di Rete Veneta il 29 novembre 2016
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