Aggiornamento 29 giugno 2009 - In un volantino degli Amissi del Piovego datato 18 giugno, predisposto per l'inaugurazione della ricostruita gradinata ovest del Portello, e ripreso da “Il Mattino di Padova” del 21 giugno, si legge che “Attualmente gli Amissi del Piovego con i loro badili stanno completando lo sterro della cavana del Castelnuovo alla golena comunale di S. Massimo”. Affermano anche che le loro azioni “si svolgono in applicazione dell’art. 10, comma 2 della Costituzione repubblicana: La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione e dell’art. 118, comma 4: Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà”.
Ora, a parte l'aver scambiato l'art. 9 con il 10, l'interpretazione dell'art. 118 che essi danno a noi sembra del tutto fuori luogo, nel senso che sono pur sempre gli enti citati a dover dare l’incarico o accordare l'autorizzazione a svolgere tali attività, quando esse coinvolgano beni di proprietà pubblica, in special modo quando siano tutelati come beni culturali. A nostro modo di vedere singoli cittadini e associazioni non possono arrogarsi il diritto di sostituirsi agli enti preposti alla tutela o alla valorizzazione di quei beni.
Lasciamo giudicare al lettore, augurandoci che le autorità di tutela chiariscano al più presto quali siano i limiti legittimi dell'intervento autonomo di cittadini e associazioni sulla base del principio di sussidiarietà definito dalla Costituzione.
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