18-19 aprile 2009 - Due giorni dedicati al Castello di Padova


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Si è conclusa con un successo superiore alle aspettative la due giorni dedicata al castello carrarese, voluta da Andrea Colasio, l'uomo politico padovano che più si è speso per la sua salvaguardia.

Se al convegno di sabato 18 al Palazzo della Ragione la partecipazione è stata notevole (seicento persone), alle visite guidate della domenica, organizzate dal FAI con il Comitato Mura ed SOS Castello, hanno partecipato quasi duemila persone, nonostante la giornata non proprio invitante. Senza contare le altre trecento appartenenti a varie associazioni e organizzazioni che hanno visitato il castello sabato mattina (ai nostri soci è stata riservata una visita di quasi due ore, che ha interessato anche la zona sud-ovest, esclusa dal percorso della domenica).
Non si tratta di cifre gonfiate: i gruppi di 25/30 persone che si sono avvicendati la domenica, proseguendo ben oltre l'orario di chiusura inizialmente previsto, sono stati una settantina e il conto è presto fatto.

A conferma di quanto interesse possa suscitare persino un monumento ancora sconosciuto alla maggior parte dei padovani e nel quale solo con un certo sforzo è possibile riconoscere, sotto le spoglie del carcere, il castello che è stato un tempo. Come del resto era già chiaro dopo il successo delle prime aperture "ufficiali" del 2007 (sempre a cura del FAI col nostro aiuto), ma anche di quelle un po' "spericolate" che proprio il Comitato Mura, assieme al gruppo di SOS Castello aveva organizzato a più riprese in passato, quando ancora di restauri non si parlava e anzi, il rischio era quello della privatizzazione, fortunatamente sventata proprio dall'iniziativa dell'allora onorevole Colasio, per una volta con il concorso degli altri parlamentari padovani di ogni colore politico.

Per la gran parte dei visitatori si è trattato di una vera e propria scoperta, resa ancor più affascinante proprio dal fatto che quello che a prima vista si presenta ancora come un vecchio carcere in disuso rivelava loro qua e là tracce del suo assai più nobile passato, che le guide avevano l'arduo compito di aiutare a vedere, ma spesso soltanto ad intuire. Tracce fra le quali spiccano le sale affrescate scoperte di recente, la più  importante neanche due anni fa.

Non pochi peraltro, fra i visitatori, tornavano dopo averlo già visto nel 2007: un po' perché ogni volta si può accedere a qualche spazio prima inagibile (quest'anno l'ultimo piano delle ali est e sud, con le coperture appena rifatte), ma in molti casi solo per il piacere di rivedere quel che troppo rapidamente si era potuto vedere due anni fa.
Del resto, fra qualche anno, quando a restauri conclusi il castello avrà mutato volto, chi lo ha visitato in questi giorni capirà di aver colto un'occasione irripetibile, quella di vedere un piccolo, grande gioiello nascosto nel cuore della città, proprio nel momento in cui comincia a disvelarsi.
Se, come sembra, altre giornate di apertura seguiranno nel corso dei prossimi mesi, non possiamo che raccomandare a chi non lo ha fatto di venire a vederlo, sarà un'esperienza affascinante.

 

Le foto che seguono ripercorrono l'itinerario della visita (sala affrescata con tracce di camino carrarese a pianterreno dell'ala nord - sala del velario al primo piano nella torre est - cella 77 al primo piano dell'ala nord, con gli stemmi di Luigi d'Ungheria e un secondo velario - muro con tracce di merlatura al secondo piano dell'ala est - grandi sale e corridonio delle ex officine Rizzato, con le porte del carcere ottocentesco, al secondo piano dell'ala sud). Cliccare sulle foto per ingrandirle

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