(6 agosto 2018) - Il 6 agosto ricorrono vent'anni della scomparsa di Romeo Ballardini, professore di restauro architettonico allo IUAV, progettista del restauro delle mura di Ferrara e fermo conduttore di importanti cantieri di recupero urbano e restauro architettonico. Tra questi gli interventi post-sismici del nucleo antico di Ancona, il piano per la ricostruzione del centro storico di Venzone, il nuovo campus di Economia a Venezia nell'area dell'ex Ospedale Le Corbusier, la Biblioteca di Palazzo Poggi dell'Università di Bologna, l'ampliamento del Cimitero monumentale di Senigallia, il Complesso Belvedere di S. Leucio a Caserta.
Ballardini dette anche inizio ai progetti per le mura di Cittadella e , in riferimento più diretto alla città di Padova, fu promotore nel 1986 - coinvolgendo un consorzio d'imprese, il Comune e alcuni esponenti del Comitato Mura - degli studi prodromici finalizzati a un non riuscito tentativo per ottenere un finanziamento per il restauro e il riutilizzo delle Mura rinascimentali della nostra città.Oggi, quando infine il progetto per il Parco delle Mura di Padova inizia a concretizzarsi, possiamo onorare la sua memoria tornando a leggere quanto scriveva nel 1987 su Repubblica Antonio Cederna a proposito del progetto FIO (Fondo Investimenti Occupazione) per le mura di Ferrara: “Come impiegare correttamente il denaro pubblico per la tutela del patrimonio monumentale e quindi anche per l'incremento dell'occupazione: la lezione ci viene da Ferrara che ha predisposto un accuratissimo progetto per il restauro delle sue mura, che sono fra le più imponenti, le meglio conservate e le meno conosciute d'Italia. Il progetto è all'esame del FIO [...]. I particolari sono stati illustrati ieri in una conferenza stampa promossa dal Comune, dalla Regione Emilia-Romagna, dal Ministero dei beni culturali e da Italia Nostra. È un progetto che ha tutti i requisiti per essere accolto. È coerente col piano regolatore, è di immediata attuabilità (entro tre mesi dall'approvazione potranno essere impiantati i cantieri, e i lavori dureranno appena cinque anni); è di alta redditività (l'analisi dei costi-benefici ha accertato che l'operazione provocherà l'aumento dell'affluenza turistica nella misura del 23 per cento, con una crescita annuale del 2,3 per cento pari a quella delle altre città d'arte); ed è di grande beneficio per l'economia locale in quanto impiegherà oltre 1200 unità di manodopera qualificata [...]. Ma è un progetto che si raccomanda soprattutto per la sua qualità culturale e urbanistica. Nell'alternarsi di baluardi, porte e torrioni, la grandiosa cinta muraria di Ferrara ci tramanda la storia della città, da quando con gli Estensi divenne prestigiosa capitale e le mura esempio del sistema bastionato all'italiana (la prima città moderna d'Europa, la definì il grande storico svizzero Jakob Burckhardt) a quando divenne città di frontiera dello stato pontificio. Oggi si tratta di fare delle mura l'armatura portante della città, riparare ai guasti operati nell'Ottocento e nel nostro secolo, utilizzare al meglio le aree verdi del vallo e dei bastioni, renderle percorribili per tutti i loro nove chilometri, trasformarle insomma in una splendida passeggiata panoramica da cui l' occhio potrà spaziare sul centro storico e sulla campagna circostante”.
Crediamo che questo pensiero di Cederna sia il modo migliore, che Ballardini come 'uomo del fare' di certo apprezzerebbe, per ricordarlo in questa ricorrenza. Trascorsi trent'anni, un esempio calzante e concreto della sua visione aperta del restauro urbano, rivolto a ciò che si sta infine realizzando per una nostra 'nuova' Padova antica, più bella, conosciuta e visitata.
Alessandra Ferrighi
Vittorio Spigai