Comunicato stampa 22 novembre 2008
Avanti così - solo... meglio di così!
Ebbene sì, siamo soddisfatti del lavoro di ripulitura, consolidamento e messa in sicurezza del torrione Buovo e del tratto di muro fino al Castelnuovo: soprattutto perché si è trattato di una seria opera di conservazione, per fortuna non di "restauro" (che, lo ricordiamo, è sinonimo di ricostruzione), come è invece avvenuto in un recente e deprecato caso. Si è addirittura deciso di conservare le impronte dei mattoni che pavimentavano il camminamento, anziché rifarlo con mattoni nuovi.
Soddisfatti perché sono state condotte preventivamente opportune indagini archeologiche che hanno permesso di rispondere ad alcune domande circa la consistenza originaria delle strutture e la situazione precedente alla costruzione delle mura.
Soddisfatti perché si sono rispettate alcune importanti "aggiunte" (il muro di coronamento, eretto in epoca austriaca per mantenere la continuità della cinta daziaria, e i muri paraschegge che testimoniano l'uso delle mura nelle due guerre mondiali: manufatti che possono apparire fastidiosi solo a chi, legato a una visione romantica, vorrebbe rivedere le mura cinquecentesche in tutto il loro irrecuperabile splendore, ma che invece fanno ormai parte della loro storia.
Soddisfatti perché la ditta che ha eseguito i lavori (progettati "in casa" dal settore edilizia monumentale) ha operato con scrupolo e capacità.
Soddisfatti anche perché nel corso dei lavori ci è stato dato modo di fare le nostre osservazioni e dare i nostri suggerimenti, in buona parte ascoltati.
Soddisfatti al di là delle evidenti incompletezze (che ci dicono dovute a mancanza di fondi, causata dalla lievitazione di alcuni costi), come l'abbagliante illuminazione della prima metà della galleria e la mancata illuminazione della seconda metà; la mancanza della ringhiera, imposta dalle vigenti leggi sulla sicurezza per rendere il camminamento accessibile al pubblico, ma che peraltro noi preferiremmo non venisse installata, preferendole semmai eventuali limitazioni all'accesso, e di una chiusura più "elegante" della bocca della cannoniera nord ovest. Più rilevante ancora, l'insufficiente eliminazione delle infiltrazioni d'acqua. Incompletezze sulle quali vi sarebbe necessità di insistere ma che ci è stato assicurato verranno risolte quanto prima. E, fino a prova contraria, ci dobbiamo e vogliamo credere.
Quello di cui non siamo invece pienamente soddisfatti, e che ci preme ancora una volta segnalare, sono le occasioni perdute: come quella di abbassare il livello della golena all'esterno del muro, rendendolo finalmente visibile, mettendo finalmente in luce anche la cannoniera inferiore, che rimane invece sepolta. O quella di eliminare le ultime strutture moderne che ancora impediscono la vista del muro all'interno (non ce ne vogliano gli Amissi, che devono naturalmente difendere la loro "casetta", ma essa impedisce l'organica sistemazione dell'ampio spazio corrispondente al terrapieno interno. Essi potrebbero peraltro trovare più consona sede nell'ex casa del custode).
Perché queste occasioni mancate? Perché continua a mancare, dopo decenni di discussioni e di affermazioni di principio, una visione d'insieme, che dovrebbe concretizzarsi in un progetto complessivo di conservazione delle mura, che le consideri "un" monumento e non una serie di episodi monumentali separati (questa o quella porta, questo o quel bastione...). Progetto da realizzare poi per stralci, come è ovvio, secondo le disponibilità finanziarie, ma seguendo una progettazione unitaria, con criteri, metodi e materiali omogenei. Si procede invece a braccio, con progetti di volta in volta ispirati a concezioni diverse e talvolta opposte, a seconda di chi viene incaricato (vedi bastione S. Giustina), cui si aggiungono imprevisti interventi estemporanei e slegati da ogni logica che non sia quella delle opportunità o della necessità di rispondere a richieste del momento (la recente illuminazione delle porte, il roseto di S. Giustina...).
E prevedendo infine, ed è forse la cosa più importante, una seria, puntuale e costante manutenzione del complesso delle mura: un investimento certamente slegato, e anzi contrario alle contingenze politiche, ma un investimento che farebbe risparmiare alla collettività i costi ingenti di un nuovo restauro, la cui necessità - in mancanza di manutenzione - si riproporrebbe fatalmente nel breve volgere di un decennio o al massimo di due....
Grazie quindi all'amministrazione comunale, e in particolare all'Assessorato ai Lavori Pubblici e al Settore Edilizia Monumentale che hanno progettato e seguito questo intervento. Ma anche un pressante invito a fare di più e di meglio in futuro. Noi, come sempre, forniremo tutta l'assistenza che ci sarà permesso di fornire. Ma saremo anche sempre attenti a segnalare ogni passo falso.
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