(25 maggio 2018) - Legambiente Padova, Amissi del Piovego, Gruppo Giardino Storico dell'Università di Padova, Gruppo Speleologico Padovano CAI, Club Alpino Italiano sez. di Padova e Università Popolare si uniscono a Comitato Mura e Italia Nostra nel pressante, ormai angosciato invito, rivolto a Regione Veneto, Comune di Padova, Azienda Ospedaliera, Università e Soprintendenza, perché riconsiderino decisioni prese con troppa fretta, contro ogni logica urbanistica, per la costruzione del nuovo edificio di Pediatria, un parallelepipedo fuori scala che rischia di soffocare sul nascere ogni speranza di recupero di un'area preziosa per la rigenerazione di una città troppo bistrattata.
Al Presidente della Regione Veneto
Al Sindaco di Padova
Al Direttore generale dell’Azienda Ospedaliera di Padova
Al M. Rettore dell’Università di Padova
Al Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’Area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso
Oggetto: Progetto nuovo edificio di Pediatria nell’area ospedaliera di via Giustiniani
A fine marzo 2017, durante il periodo di commissariamento del Comune, l’Azienda ospedaliera di Padova avviava l’iter progettuale per la realizzazione di un nuovo edificio per Pediatria, in sostituzione dell’ormai inadeguata struttura esistente, collocandolo in via Giustiniani, nell’area delle cliniche universitarie, al posto dell’attuale palazzina di Pneumologia. Ai primi di aprile, la Regione approvava lo studio di fattibilità, poi ratificato dalla Conferenza dei servizi organizzata dagli enti interessati (Azienda ospedaliera, Regione, Comune, Università e Soprintendenza).
Diciamo subito che non possiamo che essere favorevoli alla realizzazione di una così importante struttura, ma dobbiamo altrettanto fermamente rilevare che le sue dimensioni sono incompatibili con il sito prescelto.
Il progetto infatti prevede un imponente parallelepipedo di 55.000 mc, con una base di m 72 x 25 e un’altezza di m 31 (il doppio delle altezze degli edifici contermini), collocato a soli 26 metri dalle mura veneziane e ad appena 16 dal baluardo Cornaro, la più monumentale opera d’ingegneria militare dell’intero sistema bastionato cinquecentesco, opera del grande architetto veronese Michele Sanmicheli (la sua unica a Padova).
Si tratta del più impattante intervento nell’area ospedaliera dai tempi della costruzione, decenni fa, del Monoblocco e del Policlinico.
Maturato al di fuori di qualsiasi dibattito e di un piano d’area complessivo, il progetto della nuova Pediatria è l’ultima conseguenza dell’improvvida scelta, risalente agli anni Cinquanta del secolo scorso, di sviluppare l’ospedale e le cliniche sugli spazi angusti intorno e sopra le mura cinquecentesche, una scelta allora pervicacemente propugnata da Università e Comune contro le ragionevoli indicazioni iniziali dell’urbanista Luigi Piccinato, favorevole a una collocazione più esterna delle funzioni sanitarie cittadine, proprio per l’incompatibilità col sito monumentale e la ristrettezza delle aree.
Così, edificio dopo edificio, si è andati avanti per sessant’anni, sulla spinta delle necessità di volta in volta occorrenti, occupando ogni spazio disponibile di qua e di là delle mura, in alcuni tratti ridotte a un segno irrilevante, violando lo stesso baluardo Cornaro, sfigurato e umiliato dalla costruzione sulla sua sommità degli edifici di Neurologia, ancor più impattanti del precedente sanatorio.
Quella di Padova è la più estesa cinta muraria rinascimentale sopravvissuta fino a oggi in Europa, la prima mai costruita a difesa di una grande città di pianura, in conseguenza di un evento storico cruciale per il futuro dell’Europa di allora, la guerra scoppiata nel 1509 fra la Lega di Cambrai e Venezia. Un’opera per i tempi colossale, seppure imperfetta e oggi in uno stato di conservazione non certo ideale. Ma, per tutte queste ragioni, degna della massima considerazione.
Negli ultimi anni la città e le sue istituzioni hanno finalmente preso coscienza dell’importanza delle mura come elemento qualificante della forma urbis, promuovendo, con l’amministrazione Bitonci prima, e con quella del sindaco Giordani ora, il progetto di un “Parco delle Mura e delle Acque” che può e deve costituire l’occasione per un riordino urbanistico complessivo dei contorni della città storica, con il recupero di aree degradate intorno alla cinta fortificata e di quanto resta della rete fluviale a essa strettamente legata, secondo un programma organico di restauro e valorizzazione che comporti, tra l’altro, la demolizione delle cliniche sovrastanti il bastione Cornaro. Tutto ciò anche nel quadro di un rilancio turistico della città.
La realizzazione del “Parco delle Mura e delle Acque” è esplicitamente contemplata anche nell’accordo per il nuovo Ospedale di Padova siglato dal Comune e dalla Regione alla fine dello scorso anno, che prevede la creazione di due distinti poli: uno “cittadino” in via Giustiniani, e uno “dell’innovazione” a San Lazzaro, ciascuno con una dotazione di novecento posti letto. Un ridimensionamento più consistente delle previsioni insediative nel Giustinianeo sarebbe auspicabile, ma già così com’è, l’accordo consente in ogni caso di alleggerire la pressione sulle aree intorno alle mura e di liberare spazi per il Parco.
Ci si attendeva pertanto che, a fronte di queste novità, anche il progetto della nuova Pediatria fosse rivisto nel quadro di una più complessiva pianificazione: che si partisse finalmente da un master plan, capace di mettere ordine in tutta l’area, in coerenza con il previsto Parco (che a sua volta necessita di una progettazione complessiva e coerente). Riteniamo infatti che soluzioni progettuali diverse da quella prospettata per Pediatria siano praticabili, garantendo anche una migliore qualità della degenza.
Purtroppo le cose stanno andando diversamente e il progetto della nuova Pediatria procede autonomamente nel suo iter, che, se dovesse giungere a compimento, finirebbe per condizionare le future scelte insediative, come conferma del resto la già manifesta intenzione di affiancare a Pediatria un secondo edificio delle stesse dimensioni per ospitare la clinica ostetrica, necessariamente vicina, a completamento del previsto ”Ospedale della mamma e del bambino”, con le conseguenze immaginabili.
Nessuno pretende di riportare il contesto monumentale alle sue condizioni primigenie, ma si può almeno chiedere che le scelte nell’area del Giustinianeo siano pensate per ridurre, se possibile, il conflitto con il contesto, e non per acuirlo.
Con i più distinti saluti
Italia Nostra sez. di Padova
Comitato Mura di Padova
Legambiente Padova
Amissi del Piovego
Gruppo Giardino Storico dell’università di Padova
Gruppo Speleologico Padovano CAI
Club Alpino Italiano sez. di Padova
Università Popolare di Padova
scarica il documento in pdf
leggi anche:
Lettera aperta - Padova: la nuova pediatria e il futuro della città (6 aprile 2018)
Pediatria: non siamo soli (30 gennaio 2018)
Pediatria: fermate il treno! (28 gennaio 2018)
Nuova pediatria, nuovo sfregio alla storia (29 giugno 2017)
Nuova pediatria, una ferita al parco delle mura. Quattro principi cardine per ripensare l’area ospedaliera (23 ottobre 2017)
Parco delle Mura: viva il nuovo Giustinianeo, no al blocco di Pediatria (16 dicembre 2017)
(clicca sulle immagini per scaricarle)
Il Mattino di Padova, 25 maggio 2018
Simulazione dell'impatto volumetrico del nuovo edificio pediatrico, rispetto alle dimensioni dell'edificato esistente (elaborazione grafica Comitato Mura di Padova)